Ha sede a Roma il neo istituito Consiglio Internazionale di Cooperazione Italo Arabo, alla cui guida è stato chiamato, con funzioni di presidente, Pierfranco Asciano, coadiuvato dal vice presidente, Mofid Ghnaim, e dal segretario generale, Paolo Patrizio. Il Consiglio, deputato al perseguimento di programmi e progetti di sviluppo sociale, culturale, formativo, economico e commerciale tra l’Italia ed il mondo arabo, ha già mosso i suoi primi importanti passi, partendo, come da protocollo, dalla visita ufficiale presso l’ambasciata del Sultanato dell’Oman per presentare ad Ahmed Salim Baomar, ambasciatore decano dei Paesi Arabi, le prossime iniziative del Consiglio per la promozione di nuove opportunità di cooperazione, investimento, formazione, impresa e mercato tra l’Italia ed il mondo Arabo, Queste le prime dichiarazioni del presidente Asciano: “Abbiamo la volontà di creare un ulteriore e qualificato terreno di confronto e di costruttivo dialogo con il mondo arabo, del quale abbiamo apprezzato, in questi anni di comune lavoro, la profondità della cultura e le enormi risorse in termini di interscambio operativo”. “E’ un progetto certamente importante ed ambizioso, finalizzato alla costruzione di una solida e fattiva interconnessione tra il nostro Paese ed il mondo arabo, in ottica non solo cooperativa ma di effettiva integrazione valoriale e culturale, con visione prospettica a lungo raggio”, ha fatto eco il segretario generale Patrizio.
Nel Consiglio internazionale di cooperazione italo arabo siedono anche Gaetano Brattoli (capo di gabinetto della presidenza della Fondazione Enasarco), Samir Al Quaryouti (giornalista palestinese della Stampa Estera), Enea Franza (Direttore dell’Ufficio Consumer Protection della Consob e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Unipeace delle Nazioni Unite), Salvatore Gattuso (Analista di Finanza Islamica) e Paolo Coscione (commercialista e consulente esperto in relazioni internazionali), per dare lustro e capacità attuativa ad un organismo che si appresta a rappresentare un fondamentale veicolo di sviluppo internazionale, con funzione di varo e proprio “portale bidimensionale” tra l’Italia ed i Paesi arabi.